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Attività di Ricerca - Facoltà di Beni Culturali
Linee di Ricerca

S.S.D. L-ART/02 STORIA DELL’ARTE MODERNA

Prof.ssa Laura Bartoni – Professore Associato

Si occupa della cultura artistica del Seicento a Roma, indagandone anche le complesse dinamiche sociali e i diversi livelli di produzione artistica. Dedica inoltre le proprie ricerche ad aspetti del collezionismo romano e bolognese. Segue la descrizione dei filoni di studio.

Artisti e artigiani nella Roma del Seicento: residenze e botteghe

Il filone di ricerca, che indaga l’ambiente artistico romano del XVII secolo nelle sue complesse dinamiche sociali, con una attenzione particolare alla vita materiale degli artisti e ai diversi livelli di produzione artistica, ha origine dalle ricerche di dottorato, dedicate allo spoglio documentario dei registri parrocchiali di Sant’Andrea delle Fratte nella seconda metà del XVII secolo (Le vie degli artisti. Residenze e botteghe nella Roma barocca dai registri di Sant’Andrea delle Fratte (1650- 1699), ed. Nuova Cultura, Roma 2012). Le ricerche si sono sviluppate negli ultimi anni principalmente secondo due linee, la prima vede l’approfondimento degli aspetti legati alle strategie di insediamento e di integrazione degli artisti stranieri nella Roma del Seicento; un secondo filone vede invece l’approfondimento, attraverso una serie di casi studio, della questione delle “Dimore degli artisti” nella Roma del XVII secolo. I risultati sono stati presentati in diversi convegni e pubblicati tra il 2015 e il 2018 (vedi elenco pubblicazioni). Su questo tema la dott.ssa Bartoni ha partecipato al progetto di ricerca “Artisti olandesi e fiamminghi a Roma in epoca moderna” del Koninklijk Nederlands Instituut Rome (Royal Netherlands Institute in Rome, nell’ambito del progetto "Hadrianus (History of Dutch Art and Culture in Rome): a digital gateway to the Dutch presence in Rome through the ages", coordinato dal Dr. Arnold Witte (KNIR). Il progetto ha avuto come obiettivo finale la digitalizzazione del materiale documentario relativo alla presenza degli artisti olandesi e fiamminghi a Roma e la creazione di un Linked Open Database, che è confluito nel database RKDArtists del RKD – Netherlands Institute for Art History di The Hague.

Temi di Collezionismo nel XVII secolo tra Roma e Bologna

Le ricerche sul mecenatismo del cardinale Ludovico Ludovisi e la collezione Ludovisi nella Roma del Seicento si sono sviluppate nell’ambito del Progetto PRIN 2009 (finanziato 2011-2013) dal titolo “Collezionisti e collezioni a Roma e nelle corti italiane: una indagine comparata a partire dai fondatori fino alla dispersione (secc. XV-XVIII)” (coordinatore prof.ssa Silvia Danesi Squarzina, Sapienza Università di Roma, insieme ad altri cinque Atenei italiani).
La ricerca prende in considerazione la figura del cardinale Ludovico Ludovisi con l’obiettivo di indagare ragioni e caratteri della sua passione collezionistica e del suo mecenatismo, nel contesto del pontificato di Gregorio XV Ludovisi (1621-1623) e negli anni successivi, fino alla morte. Si analizzano inoltre le vicende della collezione di dipinti, ancora non del tutto chiarite nonostante i molti studi ad essa dedicate, principalmente nel momento della sua formazione e della sua dispersione entro la fine del secolo XVII, prendendo in considerazione inediti aspetti quali i criteri di allestimento e la mobilità delle raccolte tra le diverse residenze di famiglia. Le ricerche si sono svolte principalmente presso l’Archivio Segreto Vaticano e la Biblioteca Vaticana, dove è conservato l’Archivio Boncompagni Ludovisi; si sono indagati inoltre i carteggi diplomatici conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze, al fine di precisare i rapporti tra il cardinale ed altre corti italiane. Sono ancora in corso ricerche presso altri archivi italiani (Archivi di Stato di Mantova e Venezia), nei fondi diplomatici (carteggi e relazioni degli ambasciatori) per completare il quadro di rapporti dei Ludovisi con altre corti e chiarire il contesto storico in cui si muovevano. Recenti ricerche sono in corso presso il privato Archivio Pallavicini per precisare meglio il passaggio di quadri dalla collezione Ludovisi a quella Rospigliosi Pallavicini al tempo dell’acquisto da parte dei Rospigliosi del feudo di Zagarolo.
I primi risultati sono pubblicati in un saggio sull’allestimento del casino Ludovisi nella Villa Pinciana, L’allestimento "prezioso" del Casino Ludovisi nella villa a Porta Pinciana, in A. Amendola, a cura di, Lusingare la vista. Il colore e la magnificenza a Roma tra tardo Rinascimento e Barocco, Edizioni Vaticane (2017), pubblicato nella collana di “Quaderni” curata da Caterina Volpi e Alessandra Rodolfo dal titolo “Dentro il Palazzo: vita, arredo, vestiario, arte nei palazzi barocchi tra tradizione e modernità” (Edizioni Musei Vaticani). Negli anni 2021-2022 ha lavorato ad un saggio sull’allestimento della collezione Ludovisi nella Villa Pinciana, pubblicato nel volume dedicato a Guercino nel Casino Ludovisi (1621-1623), a cura di D. Benati, B. Ghelfi, R. Morselli, numero monografico della Rivista di fascia A “Storia dell’Arte” (1.2022). Ha in preparazione uno studio sul sistema di residenze Ludovisi e sulla mobilità delle collezioni tra palazzi e ville.

La collezione Colonna a Roma: indagine sulla formazione e gli sviluppi di una raccolta principesca tra XVII e XVIII secolo.

Gli studi sulla collezione di dipinti di Palazzo Colonna a Roma sono iniziati nel 2017 nell’ambito del progetto internazionale «Peint d’après nature». L’art du portrait en Europe entre contreréforme et baroque (1563-1623), concepito e organizzato da Francesco Solinas (Collège de France, Ecole Normale Supérieure de Paris, République des Savoirs). La prof. Bartoni ha in corso uno studio dei ritratti di casa Colonna, i cui primi risultati sono stati presentati alla Giornata di studi che si è tenuta a Parigi, Collège de France, 19-21 mars 2018, con un intervento sul Forme e funzioni del ritratto nelle collezioni romane. Ritratti in casa Colonna tra XVI e XVIII secolo. A partire dall’esame dei ritratti dinastici ancora in collezione, eseguito per il Catalogo dipinti Appartamento Principessa Isabelle curato dal Prof. Mauro Natale (edizioni De Luca, Roma 2019), le ricerche si sono allargate a considerare la funzione del ritratto famigliare nelle raccolte Colonna, nelle sue varie declinazioni - ritratto celebrativo, serie dinastiche, ritratto storico – attraverso l’analisi diretta delle opere e l’indagine sulle fonti e i documenti (inventari di famiglia, libri contabili, carteggi) conservati presso l’archivio di famiglia a Subiaco. Su questo tema ha in preparazione un saggio.
Parallelamente la prof. Bartoni è stata incaricata del coordinamento del gruppo di ricerca per lo studio delle opere delle Collezioni Colonna (Appartamento Pio e Appartamento piano nobile) finalizzato alla catalogazione delle opere in alcuni ambienti privati del palazzo. L’indagine ha portato alla prima schedatura delle opere oggi esposte nell’Appartamento Pio (2020).
Nell’ambito delle ricerche sulle collezioni ha infine sviluppato un suo tema di studio che si concentra su una figura ancora da esplorare, Carlo Colonna, su cui ha in corso una approfondita ricerca attraverso il recupero e il confronto tra fonti d’archivio diverse (contabilità presso il Monte di Pietà – Roma Archivio di Stato, carteggi e fonti presso l’archivio di famiglia nel Monastero di S. Scolastica a Subiaco e il fondo Colonna della Biblioteca Vaticana). Le ricerche sono ancora in corso e confluiranno in un volume sulla figura di Carlo Colonna (poi Monsignor Egidio) e la sua raccolta, scritto in collaborazione con Patrizia Piergiovanni, direttrice della Galleria Colonna. Nel 2021 la prof. Bartoni ha lavorato alla stesura di un saggio edito sulla rivista di fascia A “Rivista d’Arte” (n. 11, 2021) dal titolo L’inedito contributo di monsignor Egidio alla collezione Colonna: i dipinti fiamminghi, Rubens e il mercato. Il contributo presenta i primi risultati delle ricerche, focalizzati sugli acquisti di dipinti effettuati da monsignor Colonna sul mercato, con la pubblicazione di inediti documenti di archivio.
Parallelamente, si è occupata della figura di Anna Colonna Barberini, sorella di Carlo e sposa di Taddeo Barberini, nell’ambito di un panel organizzato da Alessandro Spila (Politecnico di Torino) dal titolo Power in the shadows and secret splendors 1. The patronage of Anna Colonna (1601–1658) per la conferenza internazionale organizzata da Renaissance Society of America (30 November -3 December 2022): titolo del paper “Anna Colonna Barberini: family strategies and individual choices.

Disegni di architettura ed effimero di ambito tosco-romano nel Seicento

Nell’ambito del progetto di ricerca Del Barocco Ingegno. Pietro da Cortona e i disegni di architettura del '600 e '700 della collezione Gnerucci, diretto da Sebastiano Roberto (Università di Siena) con Mario Bevilacqua (Università di Firenze) e Massimo Moretti (Università La Sapienza Roma), la Prof. Bartoni si è occupata dello studio e della catalogazione di un gruppo di inediti disegni riferibili a botteghe cortonesi. Il progetto, finalizzato allo studio e alla esposizione del corpus di disegni della collezione Gnerucci, si è concluso nel 2022 con la mostra presso il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona (Cortona, 18 giugno- 18 settembre 2022) e la pubblicazione del relativo catalogo per De Luca Editori d’Arte 2022.

S.S.D. L-ANT/10 METODOLOGIA E TECNICA DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA

Prof. Emanuele Brienza – Professore Associato

Analisi delle murature imperiali del complesso delle Terme di Eliogabalo (Palatino, Roma) tramite nuovi strumenti digitali di schedatura e rilievo fotogrammetrico

Il progetto, svoltosi dal 2019 al 2022, ha previsto l’uso di metodologie innovative per gestire la fase che va dallo scavo stratigrafico (effettuato sul Palatino nord-orientale negli anni 2001-2017) all’interpretazione e divulgazione della storia del sito nella sua lunga durata.
Gli obiettivi della ricerca, realizzata in collaborazione con L’Università Sapienza di Roma e l’Istituto delle Scienze per i Patrimonio Culturale (C.N.R.) erano essenzialmente lo sviluppo di differenti metodologie inerenti le discipline della schedatura, del disegno, del rilievo e della rappresentazione nei Beni Culturali, realizzate mediante l’uso di tecnologie avanzate complementari; con un nuovo approccio si è cercato di generare nuova luce e nuove conoscenze riguardo le evidenze archeologiche palatine, per definirne in maniera più puntuale eventi e vicissitudini. Ci si è anche rivolti alla divulgazione dei risultati della ricerca, inserendoli nel nuovo sistema topografico del Parco del Colosseo e pubblicando gli esiti della ricerca, in formato dettagliato e/o riassuntivo, su un web-GIS sviluppato tramite prodotti open-source. I risultati sono stati presentati progressivamente in vari convegni internazionali e pubblicati in contributi su riviste scientifiche (C. Panella, E. Brienza, L. Fornaciari, Rome, Colosseum square and NE slopes of the Palatine hill: toward an integrated 3D system for stratigraphic data management and ancient urban landscape reconstruction, in GROMA documenting archaeology 5-2020; E. Brienza, L. Fornaciari, Rome: NE slopes of the Palatine hill. Archaeology of architecture and ancient masonries deep analysis, in Archeologia e Calcolatori 32.2, 2021; E. Brienza, G. Caratelli, C. Giorgi, L. Fornaciari, Rome-NE Palatine slopes: open-source methodologies and tools for the analysis of ancient architecture,in ArcheoFoss 14 2020 E. Brienza, L. Fornaciari, The masonry of the Bagni di Eliogabalo at the Palatine hill (Rome). Survey, analysis and quantification of a roman empire architecture, in Acta IMEKO 11-1, 2022). Verrà presto pubblicata una monografia, dedicata alla ricerca, scritta in collaborazione con il Dr. L. Fornaciari, di cui sono stato co-tutor durante il suo ultimo anno di Dottorato presso l’Università di Salerno.

Indagini archeologiche presso l’antico abitato siculo-greco di Monte Rossomanno (Enna, Sicilia)

L’area archeologica di Rossomanno è situata nel territorio del Comune di Enna: qui si conservano importanti testimonianze archeologiche (un centro urbano indigeno-ellenistico con necropoli ed opere di difesa ed un insediamento fortificato di età alto-medievale) che, negli anni passati, sono state indagate solo parzialmente.
La Soprintendenza per i BB.CC.AA di Enna, al fine di incrementare le azioni volte alla piena conoscenza e valorizzazione dell’area archeologica di Rossomanno, ha intrapreso nuove indagini archeologiche, finalizzate alla documentazione, studio e comprensione del contesto archeologico del sito, istituendo una convenzione di ricerca triennale, stipulata nel gennaio del 2022, con l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e con l’Università degli studi di Enna “Kore”.
Le nostre indagini preliminari hanno messo in evidenza un centro abitato di età classica (con tracce di frequentazione già dall’età del Bronzo) che si è progressivamente insediato su tre alture contigue e nella valle da esse dominata: qui sono stati rinvenuti un luogo di culto ed un edificio semicircolare la cui forma rimanda fortemente ad un teatro di tipo greco.

Ai piedi dei rilievi, invece, sono state trovate necropoli distinte, che mostrano caratteri culturali Greci ma anche fortemente indigeni, come per esempio accade nel case di alcune tombe, con recinto circolare in pietre, la cui pavimentazione è tappezzata da crani umani.
L’obiettivo della ricerca è quindi stabilire le vicissitudini urbanistiche ed archeologiche del sito identificando i caratteri di convivenza, integrazione e sviluppo delle due diverse comunità, inquadrati nelle vicende storiche ed insediamentali del più vasto paesaggio degli Erei, tramite i metodi e gli strumenti aggiornati dell’archeologia dei paesaggi, dello scavo stratigrafico, del rilievo e dell’analisi archelogico-architettonica.
La nostra operazione è volta anche alla valorizzazione del sito, con la messa in atto di strumenti per la divulgazione della ricerca coinvolgendo le comunità del luogo.
Le indagini preliminari della ricerca sono state presentate al convegno internazionale Σχήματα. La città oltre la forma. Per una nuova definizione dei paesaggi urbani e delle loro funzioni: urbanizzazione e società nel Mediterraneo pre-classico, Siracusa,26 – 28 febbraio 2020.

Sun Temples Project: Indagini archeologiche presso il Tempio Solare di Niuserra ad Abu Ghurab (Giza, Egitto)

L’area di Abu Ghurab, sita circa 700 m a NW della necropoli di Abus Sir, ricade all’interno del vasto comprensorio delle Necropoli Menfite (da Giza fino a Dashur) ma si distingue per la presenza esclusiva di complessi templari, dedicati al culto solare.
Le fonti scritte elencano qui la presenza di 6 templi solari costruiti durante la V dinastia; due di questi sono stati messi in luce ed identificati, a poca distanza uno dall’altro, dagli scavi di L. Borchardt realizzati all’inizio del secolo scorso: il Tempio di Niusserra e quello di Userkaf.
Nuove ricerche sono state messe in atto dal 2010 in collaborazione fra vari istituti accademici, come L’Università L’Orientale di Napoli e la Charles University di Praga, e oggi sono arricchite da un Agreement triennale fra l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e l’Institute of Mediterranean and Oriental Cultures della Polish Academy of Sciences, siglato nel settembre 2022.
Le operazioni di pulizia e rianalisi così come vari saggi stratigrafici di approfondimento messi in atto presso il Tempio Solare di Niuserra, hanno messo in luce negli ultimi due anni un tempio più antico, parzialmente noto dagli scavi pregressi, che alcuni sigilli di recente rinvenimento metterebbero in connessione con il re Shepseskara (altrimenti poco noto dalle tracce archeologiche).
Le indagini attuali si svolgono sia all’interno del tempio solare di Niuserra che nei suoi dintorni, nel tentativo di ricostruzione paesaggistica e architettonica del paesaggio antico, volta alla ricomposizione delle tracce di insediamento, di uso e di frequentazione che hanno interessato l’area nel corso dei millenni, con investigazioni geognostiche non distruttive per la ricerca di evidenze strutturali sepolte dalla sabbia.
Le attività di scavo, analisi e documentazione si svolgono seguendo metodi stratigrafici rigorosi, utilizzando strumenti tradizionali ma anche avanzati (laser-scanner, fotogrammetria digitale, GNSS centimetrico, GPR, GIS e ArcheoBIM).
Risultati preliminari sono stati presentati in vari convegni internazionali e alcuni sono in contributi scientifici: cfr. M. Nuzzolo, R. Pirelli, A. Bosco, E. Brienza, P. Zanfagna, M. Osman, K. Arias, A. D’andrea, Sun temple of Niuserra in Abu Ghurab: report of the season 2018-2019, in Newsletter di Archeologia CISA 11, 2020; E. Brienza, M. Anzalone, C.S., The Abu Ghurab landscape: from total station to GIS and GPR, in M. Nuzzolo(ed.), The Sun Temple of Niuserra at Abu Ghurab, Oxford, 2022.

Indagini archeologiche presso il sito antico di Eridu (Nassiriya, Iraq)

Eridu è un centro abitato antico tramandato dalla letteratura sumera e localizzato archeologicamente circa 20 km a sud-est di Ur (nell’attuale comprensorio di Nassiryia): il sito, data la sua importanza storica, dal 2016 fa parte della Word Heritage List dell’UNESCO.
L’area dell’insediamento, indagata precedentemente solo più di 70 anni fa da Fuad Safar, è vastissima ed è caratterizzata dalla presenza di vari mounds ove si concentrano tracce cospicue di frequentazioni antiche, differenziate, in ciascuna area, per cronologia e per tipologia.
Sul mound centrale gravita la grande ziggurat della città, dedicata al dio Enki e costruita al di sopra di un tempio più antico, appartenente alla facies culturale Ubaid databile tra il 5000 e il 3500 a.C. A questo periodo, subito al difuori del temenos dell’area sacra, appartiene anche una estesa necropoli le cui fasi si sovrappongono una alle altre.
In un altro mound, invece, sito nel versante nord, sono stati rinvenuti edifici amministrativi, le cui prime fasi sono di età sumera, mentre nelle altre aree sono visibili tracce di attività artigianali e residenziali.
Nuove indagini sono state intraprese dal 2019 da parte della Sapienza Università di Roma in collaborazione con l’Università di Strasburgo, per la ridefinizione topografica e urbanistica dell’abitato antico, tramite indagini di superficie e scavi stratigrafici.
Nel luglio 2022 è stata siglata una Convenzione di collaborazione Scientifica tra la Sapienza Università di Roma e l’Università Telematica Internazionale Uninettuno, avendo io già collaborato sul campo al progetto di ricerca.
La convenzione prevede attività innovative di rilevamento, telerilevamento, documentazione e gestione dei dati geografici, topografici, architettonici ed archeologici con lo sviluppo di nuovi approcci metodologici, legati al rilievo e alla gestione cartografica mediante l’uso di tecnologie digitali avanzate; è prevista anche un’attività di formazione e training sui diversi aspetti teorici e strumentali inerenti alle attività oggetto della collaborazione.

S.S.D. L-FIL-LET/01 CIVILTÀ EGEE

Prof. Luca Girella – Professore Associato

Contatti tra l’isola Creta e l’Egeo orientale durante la media e tarda Età del Bronzo (XIX- XVI sec. a.C.). A tal fine, il sottoscritto è impegnato nello studio e pubblicazione dei materiali ceramici di provenienza cretese dal sito di Mikro Vouni (Samotracia). Il filone di ricerca in oggetto mira, inoltre, ad approfondire il tema della ‘minoicizzazione’ nell’Egeo del Nord, un aspetto ancora poco indagato negli studi della disciplina, i cui risultati preliminari sono stati oggetto di presentazione a convegni internazionali (Istanbul, Amsterdam, Seattle) e della curatela di un convegno tenutosi a Seattle nel 2013 in collaborazione con il Prof. P. Pavúk e alla dott.ssa E. Gorogianni presso l’editore Oxbow (Oxford 2016). Il progetto di pubblicazione dei materiali minoici dal sito di Mikro Vouni (Samotracia) è iniziato nel 2009 e continuato fino all’estate del 2011; è stato ripreso nell’estate 2021. Il lavoro è stato svolto in collaborazione col Prof. Pavuk, incaricato dello studio delle produzioni ceramiche locali. Insieme col Dott. D. Matsas il lavoro ha visto la ricostruzione dei contesti stratigrafici del materiale proveniente da tre trincee scavate tra il 1990 e il 2005 e riferibili al Bronzo Medio. La ricerca si inserisce nel contesto più ampio di analisi delle forme di Minoicizzazione e Micenizzazione lungo le coste anatoliche, con particolare riferimento all’area nord-orientale del mare Egeo, e cuore del progetto Along the Interface. The Eastern Aegean and Western Anatolian in the Second Millennium BCE (GACR 17-19746S), Principal Investigator Prof. P. Pavuk (Charles University of Prague). Per questo progetto, la ricerca è stata parzialmente esposta in due convegni: Adaptation and Creativity along Border Zones. Concepts, Strategies, and Transformations. Online Symposium, Prague, 31 May – 3 June 2021 (con la Dott.ssa Jana Mokrisova); Western Anatolia in the Second Millennium BCE: Recent Developments and Future Prospects (WANAT), Online Symposium, 15-16 April 2021, i cui contributi sono in corso di stampa. È stato prodotto un contributo in corso di stampa e un intervento presso l’Università di Halle nel Novembre 2017. Sono di prossima pubblicazione due contributi in riviste di fascia A (AJA, SMEA).

Studio delle produzioni ceramiche e degli aspetti artigianali nella Creta meridionale all’inizio dell’epoca neopalaziale (XVIII-XVII sec. a.C.). Questo filone ha come interesse specifico la pubblicazione dei contesti abitativi e ceramici del centro palaziale di Haghia Triada. Su questo tema sono in corso di stesura alcuni contributi e una monografia presso la collana Studi di Archeologia Cretese. La ricerca si è concentrata sul sito di Haghia Triada il cui obiettivo è la pubblicazione definitiva dei contesti relativi al MM III. Lo studio dei contesti del MM III ha avuto tre obiettivi principali e per la sua ultimazione è stato supportato da un finanziamento INSTAP (Institute of Aegean Prehistory): (1) la messa a punto dei contesti all’interno della sequenza del MM III (scandita in due sottofasi A e B); (2) l’individuazione della fase di costruzione della Villa di Haghia Triada; (3) lo studio dei contesti in una prospettiva più ampia ovvero in relazione al vicino centro di Festòs e nel contesto della Mesarà all’inizio dell’epoca Neopalaziale. Lo studio è stato condotto principalmente in Grecia, a Creta presso i magazzini della Missione Italiana di Scavo a Festòs e ad Atene presso la biblioteca della Scuola Archeologica Italiana di Atene nell’estate del 2021.
Contenuti della ricerca sono stati presentati presso il recente convegno cretese: 13th International Cretological Congress, Haghios Nikolaos, 5-9 October 2022.
È in fase di completamento una monografia presso la collana Monografie della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente.

The Knossian Kouloures pottery project: Il progetto prevede lo studio e la pubblicazione dei materiali ceramici provenienti dalle kouloure del palazzo di Cnosso, in collaborazione con la dott.ssa Iro Mathioudaki. The project concerns Evans’s Stone-lined Rubbish pits’ deposits (Kouloures Deposits), pottery from which has been selectively published as ‘Group E’ in MacGillivray 1998. The material amounts to forty-four boxes from specific units of the Stratigraphical Museum at Knossos. The purpose of the study is to better define the Kouloures pottery assemblages from the Palace at Knossos chronologically, typo-stylistically and quantitatively and to proper contextualize it within the history of the palace. The focus is on the detailed documentation of the ceramics and the assessment of the Evans’s and MacGillivray’s argument that it represents material cleared from the palace, particularly to be studied in terms of how it relates to the stratified deposits already studied from the East Wing and the South-East Houses. Taking into consideration the situation with the construction of the New Stratigraphical Museum and the uncertain period pertaining the study of large pottery assemblages at the Stratigraphical Museum, due to lack of space, I.M. and L.G. managed to look at the total amount of pottery from the Kouloures that they strew all at once, taking up all space of the Stratigraphical Museum available at that time.
Il progetto è stato finanziato tramite il Knossos Research Fund e il MAT - Mediterranean Archaeological Trust, nel 2021.

S.S.D. ICAR/17 DISEGNO

Dott. Davide Mezzino – Ricercatore TDA

Ambiti di ricerca

L’attività scientifica si articola in ricerche teoriche e sperimentazioni sul campo relativamente a sistemi, metodi e tecniche di rilevamento, includendo l’utilizzo di strumenti digitali di rilievo architettonico e di analisi territoriale e urbana; metodiche e processi di documentazione digitale, modellazione 3D e software di disegno 2D; tecniche e strumenti di rappresentazione digitale; sistemi informativi spaziali e sistemi informativi territoriali applicati al patrimonio culturale.

In questi ambiti, la ricerca si è declinata in varie tematiche:

Progettazione e gestione di ambienti digitali virtuali.

Pianificazione e progettazione di percorsi espositivi e allestimenti multimediali e interattivi, sia permanenti che temporanei.

Applicazioni e potenzialità del Geographical lnformation Systems (GIS) per i beni culturali.

Potenzialità e limiti del Building lnformation Modelling (BIM) ed Heritage/ Historic Building Information Modelling (HBIM) per la documentazione, la rappresentazione e la gestione del patrimonio architettonico storico.

Workflows di documentazione digitale applicati al patrimonio architettonico per la prevenzione e la gestione del rischio (di origine sia antropica che naturale).

Metodologie integrate di rilevamento per gli interventi conservativi e di recupero post-sisma.
Rilievo metrico digitale.

Approccio integrato delle tecnologie d'informazione (Information Technologies) con gli studi umanistici (Humanities).

Digital Urban History.

Metodologie integrate di rilevamento per orientare le azioni di recupero di complessi ed edifici storici.

Sviluppo di nuovi paradigmi di gestione e fruizione dei beni culturali, attraverso tecniche e strumenti digitali.

Trasformazione digitale di enti e istituti culturali.

S.S.D. L-FIL-LET/14 CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE

Prof.ssa Nora Moll – Professore Associato

L’attività di ricerca della Prof.ssa Nora Moll si inquadra principalmente nell’ambito dell’imagologia letteraria, della transculturalità e degli studi sulla migrazione. Le ricerche si sono svolte attorno alle seguenti linee principali:

L’imagologia comparatistica nel nuovo contesto transculturale e mediale

L’imagologia è un campo di ricerca della comparatistica letteraria incentrato sullo studio delle immagini culturali del così detto “altro” o “straniero”, attraverso le quali è possibile risalire alle strutture mentali individuali e collettive atte a formulare definizioni e giudizi più o meno costanti su chi è estraneo rispetto alla propria nazione, gruppo o cultura d’appartenenza di un osservatore e scrittore. Nata all’interno della scuola positivistica francese durante i primi decenni dello scorso secolo ed inizialmente legata alla “psicologia dei popoli”, sempre di stampo positivista, l’imagologia ha ricevuto dei notevoli impulsi innovatori a partire dagli anni ’60 e ’70 del XX secolo ed è stata praticata soprattutto dalla comparatistica tedesca e francese. In Italia, invece, l’interesse verso le nuove metodologie imagologiche è stato fino ad anni molto recenti piuttosto sporadico. Tuttavia, almeno a partire dalla fine degli anni ’80, in un clima di ripensamento su termini-concetto quali l’identità nazionale e culturale, e di fronte ad una situazione sociale e politica in continuo cambiamento in direzione di realtà multiculturali ed ibride, l’imagologia europea sta dimostrando di riuscire a fornire dei contributi preziosi ad uno studio letterario inteso come trait d’union tra l’universo testuale e la realtà storico-sociale, tra l’immaginario di un singolo autore e l’immaginario collettivo di una comunità. Le ricerche della prof. Nora Moll vertono sull’analisi delle metodologie imagologiche esistenti, sul confronto di questa braca comparatistica con gli Studi postcoloniali, e su proposte metodologiche in direzione di una loro applicazione al nuovo contesto mediale.

Letteratura e transculturalità: il Novecento

Le attività che fanno capo a questa linea di ricerca sono nello specifico: cernita e analisi della produzione letteraria in lingua italiana di autori non originari in Italia; comparazione tra i diversi modelli europei della “migrant literature”; analisi comparativa della produzione poetica e narrativa di autori post-coloniali e “migranti”; analisi dei linguaggi della violenza, in riferimento a tematiche quali la migrazione e il confronto/scontro identitario; analisi comparativa (imagologia e semiotica) di linguaggi narrativi (letterari) e mass-mediali. Le ricerche pluriennali condotte in questo ambito confluiscono in un’indagine circa gli aspetti transculturali caratterizzanti un corpus di testi letterari assai ampio, e collocato cronologicamente nel periodo che va dall’inizio dello scorso secolo ai giorni nostri. Si tratta di una prospettiva metodologica che parte dalla cernita della produzione teorica e letteraria nazionale e internazionale relativa alla cosiddetta letteratura della migrazione, per estendere l’analisi critica ad autori italiani contemporanei (“migranti” e non) interessati da fenomeni quali l’esilio, il “dispatrio”, la migrazione, il trans- e il plurilinguismo. Ulteriori sviluppi di questo filone di ricerca sono nell’ambito del plurilinguismo nella produzione poetica di autori/autrici europei (con un focus particolare sulla produzione poetica italiana e tedesca di autrici translingui germanofone: Barbara Pumhösel ed Eva Taylor) e dell’analisi della produzione letteraria di scrittori tranlingui che elaborano la memoria dell’infanzia e il trauma migratorio in testi in lingua tedesca (Marica Bodrožić e Francesco Micieli).

Letteratura e paesaggio urbano: le narrazioni spaziali del sé

Le attività che fanno capo a questa area d’interesse partono dalle ricerche compiute nell’ambito del PRIN “La difesa del paesaggio tra conservazione e trasformazione. Economia e bellezza per uno sviluppo sostenibile” (unità di ricerca diretta dal Dott. Gerardo Cennamo, direttore Prof. Carlo Truppi, prot. 2010PEA4H8, bando 2010/11). In un primo momento, le indagini della sottoscritta sono state concentrate sulle narrazioni letterarie e cinematografiche del Ghetto di Roma (i risultati più dettagliati di questo contributo sono ancora in fase di elaborazione). In generale, tale linea di ricerca riguarda: l’analisi comparativa delle teorie sociologiche, antropologiche e narratologiche circa la rappresentazione dello spazio urbano; l’analisi imagologica delle rappresentazioni letterarie di spazi urbani, con particolare attenzione al secondo Novecento. Altri contributi, collocabili all’interno di questa linea guardano la rappresentazione di spazi urbani all’interno della letteratura italiana contemporanea e nelle scritture transculturali e post-coloniali in lingua italiana. È in fase di stesura una monografia sull’immagine di Roma nella letteratura del Novecento, per il quale ha sviluppato approfondimenti su autori quali Ingeborg Bachmann, Thomas Bernhard, Cristina Ali Farah, Walter Siti.

Il tema della migrazione nelle canzoni d'autore

Le attività che fanno capo a questa linea di ricerca sono nello specifico: analisi (testuale e critico- musicale) del corpus di canzoni d'autore in lingua italiana, con focus sul tema migratorio e sulla narrazione musicale-testuale dell’esperienza dell’arrivo via mare (nei brani degli Assalti frontali, di Samuele Bersani, del Canzoniere Grecanico Salentino, di Fiorella Mannoia e di Mauro Geraci); analisi dell'oeuvre del cantautore piemontese Gianmaria Testa e in particolare del suo album Da questa parte del mare (2006).

La ricezione della Neuen Sachlichkeit (Nuova oggettività) tra Italia e Germania

Si tratta di una linea di ricerca aperta nel 2021, e che verte sull’analisi della produzione e della ricezione di questa innovativa corrente letteraria tedesca, che sul piano temporale va collocata nel periodo della Repubblica di Weimar. Particolare attenzione è stata dedicata a Erich Kästner e al suo romanzo Fabian. Die Geschichte eines Moralisten. Con la sua uscita, nel 1931, il panorama culturale della Germania weimariana si arricchiva di una voce aspramente critica, di un testo che denunciava a chiare lettere il decadimento politico-istituzionale e morale. Il suo autore, all’epoca già noto come poeta e scrittore per l’infanzia, dovette accettare dei pesanti tagli nella prima edizione del romanzo e ricevette delle prevedibili critiche e minacce dopo la presa di poter di Hitler nel ’33, anno in cui il libro fu messo al rogo e non poté più circolare in Germania. Tuttavia, la figura di Kästner, che passò alla storia letteraria come autore che scelse la Innere Emigration anziché l’esilio, e che non molto diversamente dal suo alter ego Fabian concepiva se stesso come intellettuale e artista politicamente inattivo anche se intellettualmente schierato da parte di un “moralismo” ben in contrasto con la “morale” palesata dalle istituzioni della sua epoca, non è priva di ombre. Anche dopo la caduta del regime nazista, e in particolare durante gli anni ’70- ’80, la ricezione della sua produzione letteraria “per adulti” è stata soggetta a condizionamenti a sua volta politici e “morali”. Le attività che fanno capo a questa ricerca sono quindi in sintesi: l’analisi delle tappe principali della ricezione di questo romanzo, ripubblicato solo nel 2013 nella sua versione originaria (a cura di Sven Hanuschek) e trasposto nel film Fabian oder der Gang vor die Hunde (reg. Dominik Graf, presentato alla Berlinale 2021), dal punto di vista della dialettica tra etica ed estetica, tra morale e “immoralità”; il dibattito circa la “malinconia di sinistra” (Walter Benjamin) che ha condizionato la ricezione di esso, anche dopo il 1945; la traduzione del Fabian da parte di Carlo Coardi nel 1933 (pubblicata per la casa editrice Bompiani) e il “paradosso” della ricezione italiana del romanzo sullo sfondo delle specificità del contesto culturale e letterario fascista; la questione della censura e della ripubblicazione (in lingua originale e in lingua italiana) dei capolavori narrativi della Neuen Sachlichkeit.