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ALLEANZE PER LA CONOSCENZA: I MOOC PER UN NUOVO MODELLO DI UNIVERSITA' (ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI), in Atti del IX Congresso Nazionale della SIE-L – Società Italiana di e-Learning, a cura di Tommaso Minerva e Aurelio Simone, SIe-L Editore
ISBN: 9788898819089
 

الناشرM. A. Garito  المكان/التاريخRoma, 12-12-2013

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Abstract

Uno scontro generazionale di enorme portata sta emergendo all'interno delle nostre istituzioni; le critiche all'Università avanzate 15 anni fa erano "idee in attesa'': in attesa del nuovo Web e di una nuova generazione di studenti in grado di mettere efficacemente in discussione il vecchio modello di Università. Il mondo dell’Università nella società della conoscenza globalizzata ed interconnessa ha raggiunto un punto di svolta, siamo ad un bivio fra il ristagno ed il rinnovamento, fra l’atrofia ed il rinascimento .Mark Taylor, della Columbia University, ha sollevato un'aspra controversia accademica pubblicando il 26 aprile 2009, sul New York Times un provocatorio articolo intitolato "End the University as We Know It" ("Ponete fine all’Università per come la conosciamo"). "L’educazione universitaria", scriveva in apertura, "è la Detroit dell'istruzione superiore. La maggioranza dei corsi di laurea offerti dagli atenei statunitensi sforna un prodotto per cui non c'è alcun mercato (candidati per cattedre di docenza che non esistono) e sviluppa competenze che sono oggetto di una domanda in continuo calo ( i risultati delle ricerche vengono pubblicate in riviste accademiche che non legge nessuno, tranne una manciata di colleghi di analoga mentalità), il tutto a un costo in rapido aumento (che a volte supera abbondantemente i 100.000 dollari in prestiti allo studente)”. In altre parti del mondo l’accesso all’ Università è quasi impossibile. Infine, anche per chi riesce ad avere un’istruzione superiore di qualità non sempre viene pagato dal mercato del lavoro, la disoccupazione dei laureati è un fenomeno che si estende in molti paesi Europei ma, anche negli Stati Uniti .Negli Stati Uniti, solo poco più della metà dei neolaureati con un’istruzione superiore lavora effettivamente in posizioni che richiedono quel grado di istruzione. Questo, ovviamente, non vale per quegli studenti che si diplomano nelle migliori università, ma per molti altri, il tempo e gli sforzi impiegati non vengono valorizzati”.